mercoledì, novembre 19, 2008

CAImano

Molte le domande (10), tutte ovviamente senza risposta, alcuni giorni fa sul Sole 24 Ore (non trovo online l'articolo) sulla vicenda Alitalia - CAI. Tra queste, alcune meritano una particolare attenzione per il mix di grottesco, pressapochismo e clientelismo tipicamente italiani:

1) Assunzioni e tagli: sembra che i tagli siano circa 9mila, "quasi il triplo dei 3.650 esuberi ufficiali annunciati", e già questa non mi sembra una tematica molto annunciata a livello pubblico.

2) Partner estero: non è stato ancora deciso (tra l'altro - ovviamente - in un primo tempo non doveva nemmeno esserci, mentre ora entrerà con il 20% del capitale),  ma sembra addirittura (e Report l'ha scoperto in modo lampante in una sua puntata) che non sia nemmeno stata inserita nello statuto di CAI la norma per la quale almeno nei primi 5 anni la compagnia non sarebbe stata venduta ad un partner straniero. In sostanza, se volessero, i soci CAI potrebbero vendere anche nel 2009 il tutto a qualunque partner straniero, in barba a tutti i proclami di difesa dell'italianità che sono stati fatti in questi mesi.

3) Silenzio sulle rotte: dice sempre il Sole 24 Ore che "la CAI non ha ancora informato il mercato del suo piano di voli dal primo dicembre, al contrario di tutti i vettori europei. [...] Chi deve prenotare per i prossimi mesi difficilmente sceglierà Alitalia. Si profila una riduzione dei voli intercontinentali, perchè CAI comincerà con 18 aerei di lungo raggio contro i 25 ora delle due compagnie (Alitalia e Air One)".

Quest'ultima invece è una doppia scelta di pressapochismo: intanto per farsi fregare i clienti nel momento del lancio della compagnia, e poi per il fatto di tagliare esattamente i voli che sono accertati per portare più margini di profitto, quelli intercontinentali.

Ci sono altri punti poco chiari (Air One, antitrust, la partita di Banca Leonardo), ma in questi giorni stanno comunque esplodendo vari malumori - giusti o sbagliati non mi interessa - che sarà difficile superare.
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