martedì, maggio 27, 2003

Evviva la sincerità....by Usa:

E' bello venire a conoscenza delle verità nascoste dai vari servizi segreti, ministeri e dipertimenti vari, e dai famosi giornalisti "embedded", sui fatti avvenuti nella recente guerra in Iraq. Soprattutto perchè su quegli stessi fatti la società dell'accesso, del divertimento e dell'esperienza totale stava già pensando di camparci per un bel pezzo, magari usarli come veicolo di sviluppo e ripresa economica, come a voler dire al mondo: eccoci, abbiamo fatto gli eroi, e voi? Voi siete stati buoni solo di andare in piazza a manifestare a favore del dittatore di turno. Pensieri condivisi, e instillati, da "autorevoli" opinionisti e politologi come R.Kagan e R. Perle.

Ma iniziano a saltare fuori dal cilindro magico verità nascoste con non troppa bravura, tristi sotterfugi usati sia per vincere una guerra che era forse diventata troppo difficile per sembrare vera, per specularci su con una bella ripulita ai tesori archeologici dei forestieri di turno, ed infine per prendere per i fondelli tutto il mondo con la storia di cuochi e aiutanti che combattono da eroi in prima linea e vengono liberati con estreme prove di forza e coraggio.
Bene, procediamo punto per punto:

1) Il Museo Archeologico di Baghdad razziato: sin dall'inizio la storia dei saccheggi derivanti dall'anarchia incontrollata del post-Saddam non avevano tenuto granchè, anche perchè erano misteriosamente stati prelevati solo gli oggetti di maggiore valore e lasciate intatte tutte le copie, segno di una notevole conoscenza dell'ambiente in un museo enorme come quello archeologico di Baghdad. Stranamente poi, alla vigilia della guerra il museo era il secondo sito da proteggere in ordine di importanza dopo la banca nazionale da parte delle forze armate americane, mentre il ministero del petrolio era all'ultimo posto. Sappiamo benissimo tutti che la lista deve essersi capovolta grazie ad un vento non troppo inaspettato. Alcuni testimoni, leggo dal "Manifesto" di alcune settimane fa, "presenti durante le prime 48 ore di saccheggio hanno descritto alcuni uomini presenti sul luogo, ben vestiti e con ricetrasmittenti, e di artefatti trasportati dal museo in ben ordinati convogli di camionicini". Karl-Heinz Kind, specialista per il traffico internazionale di oggetti d'arte e antichità dell'Interpol, ha dichiarato al Daily Telegraph: "Abbiamo già notizie di oggetti in vendita in Svizzera e nel Giappone". E infatti su E-Bay potete trovare tutto ciò che potrà essere di vostro gradimento. E se anche in tutta questa storia gli Stati Uniti non dovessero essere coinvlti in prima persona, nessuno arriva a sostenere senza prova quest'accusa, avrebbero sicuramente una forte corresponsabilità nell'avvenimento, per il fatto di non aver difeso (volontariamente o involontariamente non sta a me giudicarlo) il museo archeologico, preferendogli quello del petrolio.

2) La "presa gloriosa" di Baghdad: Leggo, in modo anche abbastanza inaspettato, su "Repubblica" di lunedì 26 maggio queste parole, pronunciate da Mahdi Abdallah Al Douleimi, uno dei capi militari dell'ex dittatura irachena: "Vi racconto come un generale ha venduto Baghdad agli Usa". E' logico che questa, come tutte le altre notizie, è da prendere con le molle, va confermata nella sua attendibilità più storica che a livello di fonte, ma fatto sta che l'ex generale iracheno ha detto ai cronisti: c'era un accordo vecchio di una anno con gli Usa, prevedeva che i centomila pretoriani di Saddam non sarebbero intervenuti. La dichiarazione sarebbe poi confermata dal fatto che "Le Journal de Dimanche" avrebbe trovato notizie su un coinvolgimento nei servizi americani di Maher Sufiane Al Tikriti, capo della Guardia repubblicana, cugino di Saddam, il quale, dato per morto l'8 aprile, "sarebbe fuggito con svariati milioni di dollari a bordo di un C-130 verso una base Usa fuori dall'Iraq. Ma non sarebbe stato l'unico: anche Abdel Rashid Al Tikriti, capo dei feddayn, avrebbe tenuto informati gli Usa". Allora, è chiaro che non vado a prendere come un imbecille tutte le fandonie che possono raccontare dei personaggi in attesa di riciclaggio nel dorato mondo turbo-liberista post-Saddam, ma certo qualche ricerchina in più sull'argomento mi piacerebbe proprio.

3) Saving Private Lynch sarebbe in realtà una mega-messa in scena stile hollywoodiano: Si leggono sempre dal "Manifesto" di oggi, queste novità: "Il 23 marzo, nei pressi di Nasiriyah, un furgone dell'esercito Usa con a bordo 15 militari della sussistenza «cadde in un'imboscata», e nove soldati americani perirono: nella propaganda di guerra, i soldati angloamericani morivano sempre in imboscate, mentre quelli iracheni rimanevano uccisi negli attacchi. Come in seguito riferì il Washington Post, Jessica Lynch «riportò multiple ferite d'arma da fuoco» e fu anche pugnalata mentre «combatteva accanitamente e colpiva parecchi soldati nemici, sparando con la sua arma finché esaurì le munizioni». L'autorevole quotidiano della capitale Usa citava anche una fonte militare anonima secondo cui «lei stava combattendo a morte»". E si continuava dicendo: "Il salvataggio era stato reso possibile solo dall'eroico avvocato iracheno Al-Rehaief che aveva informato gli americani dell'ospedale in cui era «imprigionata» Lynch. Così, poco dopo mezzanotte, un comando di Rangers dell'esercito e di Seals della marina attaccò l'ospedale di Nasiriyah: il loro «temerario» assalto in territorio nemico fu «carpito» dalla cinepresa militare a visione notturna. Fu detto che erano avanzati sotto il fuoco nemico, ma che ce l'avevano fatta e avevano trascinato via Lynch fino all'elicottero. Nel filmato si sentivano spari, esplosioni, e i soldati americani gridare: «Go! Go!». In pochissime ore il filmato girato da un operatore militare aveva subìto l'editing e fu diffuso ai network di tutto il mondo. Quando fu mostrato, riferisce l'inviato del Guardian, «il portavoce militare a Doha, il generale Vincent Brooks, dichiarò: "Alcune anime eroiche hanno rischiato la vita perché questo avvenisse, leali al comandamento di non lasciare mai indietro un commilitone caduto»". Bene, fin qui la versione che tutti hanno sentito e visto, anche grazie alle fantastiche immagini trasmesse dai media americane, prese in mezzo a spari, fucilate, accoltellamenti e morti vari, un vero record. Ecco, da qui comincia la beffa: " Subito dopo l'arrivo in Germania, il comandante dell'ospedale militare, il colonnello David Rubenstein disse ai giornalisti che l'esame medico «esclude che qualunque ferita (di Jessica) sia stata causata da armi da fuoco o da taglio». Il giorno successivo, riferisce WorldNetDaily, il padre di Jessica confermò questa diagnosi riferendo che i dottori gli avevano detto che Jessica non era stata sparata, ma aveva subito fratture alle braccia e alle gambe quando il camion era saltato per una granata irachena. D'altronde è difficile immaginare una furiera, addetta alla sussistenza, e che cioè non è addestrata al combattimento né all'uso delle armi, «battersi sino alla morte», «colpire i nemici fino a esaurire le munizioni»". E qui togliamo di torno la prima parte della fandonia, quella relativa al rapimento del soldato Lynch che difende strenuamente e con coraggio i propri compagni feriti a morte. Ma anche la parte sull'"eroico salvataggio" purtroppo svanisce come neve al sole: "Il Times di Londra raccolse la testimonianza del dottore Harith al-Houssona che si meravigliava della versione Usa: «Quel che raccontano gli americani è come la storia di Sinbad il marinaio, è un mito». Secondo questo dottore, quando gli fu portata nell'ospedale di Nasiryah, Lynch aveva una ferita alla testa, un braccio e una gamba rotti e fu curata con tutte le premure possibili, come raccontò più tardi anche l'infermiera Khalida Shinah al Guardian.Non solo, ma due giorni prima che arrivasse il commando, il dottore Al-Houssona aveva deciso di consegnare Jessica agli americani, la caricò su un'ambulanza e istruì l'autista di andare al checkpoint americano: mentre si avvicinava, gli americani aprirono il fuoco e l'autista riuscì a salvarsi per un pelo e a rientrare di corsa in ospedale.Non basta. Il giorno prima dell'«eroico recupero», l'esercito iracheno era scappato via".

E il finale della storia, triste e anche abbastanza macabra, sta nelle parole di Marco D'Eramo nell'articolo di oggi sul "Manifesto": "Perciò le «anime coraggiose» arrivarono in elicotteri e con carri armati sul tetto di un ospedale disarmato, esplosioni risuonarono e spari echeggiarono in corsie semivuote, dottori con lo stetoscopio al collo furono ammanettati, fu squarciato il materasso su cui era stata adagiata Jessica («e ci tolsero l'unico letto "anti-decubito" che avevamo»), furono imprigionati anche pazienti che erano intubati e paralizzati. Racconta al Times il medico al-Housssona: «Erano terribilmente delusi di non trovare l'orribile Guardia repubblicana che si lavorava Lynch con i ferri roventi... quando stai girando un film a buon mercato, ti arrangi con quel che hai. Avevano bisogno dei cattivi, e non è colpa loro se la produzione non gliene aveva forniti di veri», così se la presero coi dottori."
E vabbè....sti ammericani...ma tanto noi siamo anti-americani, comunisti, mangiatori di bambini, filo-Stalin e filo-terroristi, non-unti dal Signore eccetera eccetera.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Questa è la mia prima visita ho tempo qui. Ho trovato tante cose interessanti nel tuo blog in particolare la sua discussione. Dal tonnellate di commenti sui vostri articoli, credo di non essere l'unico ad avere tutto il divertimento qui! mantenere il buon lavoro.